Le festività natalizie offrono lo spunto per una riflessione sulla decadenza del dono, tra sociologia, psicoanalisi e “pensiero critico”. Di Letizia Gatti

Archivio dell’“Asino di B.” 1997/2008 e dell’“Asino vola” 2008/2015
Scritti molesti sullo spettacolo e la cultura nel tempo dell’emergenza
Le festività natalizie offrono lo spunto per una riflessione sulla decadenza del dono, tra sociologia, psicoanalisi e “pensiero critico”. Di Letizia Gatti
Tra l’11 e il 14 dicembre si è tenuta a Cagliari la ventottesima assemblea generale della FICC (Federazione Italiana Circoli del Cinema). In questa occasione è stato consegnato un premio alla carriera al regista iraniano Kamran Shirdel e sono stati proiettati molti dei suoi lavori. Di Enrico A. Pili
L’articolo riprende la questione del Giovane favoloso, già affrontata da Gigi Livio nel numero precedente, mettendo in rilievo, dal punto di vista della storia letteraria, come il film sia lontano dal rendere la straordinaria ricchezza dell’avventura intellettuale leopardiana e al contrario si riduca a una bassa aneddotica biografica. Siccome il film, che ha ottenuto un largo successo di pubblico ed è accompagnato da una martellante campagna di recensioni e interviste, si presenta come un’operazione di mercato di vasta portata (e una brutta operazione), insistere su una analisi critica risulta un dovere non solo culturale ma civile. Di Guido Baldi
L’autrice propone una riflessione sulla crescente incapacità dei bambini a giocare da soli e senza l’ausilio di tecnologie, che tendono a ridurre la loro immaginazione e la loro creatività. Di Elma Krimer
Uno scambio di opinioni sull’articolo del numero precedente dedicato al Giovane favoloso (Pasolini e Leopardi “filmati”), promosso da Enrico Pili, permette a lui e a Gigi Livio di approfondire alcuni punti appena sfiorati nello scritto citato.
L’autore dell’articolo si propone, di fronte a un coro di lodi elevate nei confronti del Giovane favoloso dai mezzi di comunicazione di massa e da molti “intellettuali”, di imitare per quanto sa e può il bambino (cattivo e anche un po’ perfido) che fa notare che il re è nudo. La comparazione poi con Pasolini permette, anche in questo caso, di vedere come i laudatores di opere corrive cadano spesso in errore quando si tratta di raffinare i propri strumenti critici per affrontare un’opera con scopi un po’ più alti di quelli del botteghino e che ha il coraggio di mettere piede nel tempio che, come si dovrebbe sapere, sorge a fianco del mercato. Di Gigi Livio
Un articolo di Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, sugli esami di maturità, apparso sulla «Stampa», offre lo spunto per una discussione sui problemi della valutazione e sull’uso dei test a crocette, con la connessa mitologia delle “prove oggettive”. Di Guido Baldi
L’ultimo film di Daniele Ciprì, La Buca, esce a poche settimane di distanza da Belluscone – una storia siciliana di Franco Maresco. I due registi, un tempo coppia artistica, non potrebbero oggi, alla luce dei loro nuovi lavori, apparire più incompatibili. Di Enrico A. Pili
Un articolo dell’“Espresso” sulla “scuola del futuro”, e cioè quella in cui secondo l’autore dello scritto verranno usati gli strumenti digitali, offre lo spunto per un abbozzo (non di più ché se no ci vorrebbe un libro) di ragionamento sul problema oggi più impellente che mai di cercare di capire cosa si intenda per “rivoluzionare la didattica”. Di Gigi Livio
Nell’era postmoderna l’idea di Storia e la stessa percezione del tempo sono cancellate, lasciando il posto all’illusione di un eterno presente. Di Claudio Deiro