Prendendo spunto dall’anniversario della morte di Fausto Coppi, il “Campionissimo”, si riflette, se pure brevemente, sull’influenza che ha lo sviluppo tecnico dei mezzi di comunicazione di massa sui nostri sogni. Di Gigi Livio
Leopardi pone l’indefinito alla base del sogno che dà piacere poiché risveglia in noi lontani ricordi di sogni analoghi della nostra infanzia. Lo sviluppo tecnico dei mezzi di comunicazione di massa porta alla riduzione, fin quasi all’annullamento, del margine di indefinito che un tempo era prerogativa delle imprese sportive compiute da atleti eccezionali come Fausto Coppi e che favoriva, appunto, il sogno.
“La satira che non c’è”, secondo la definizione di Luttazzi, ci spinge a ragionare sul carattere fascistoide e falsamente grottesco che l’attuale comicità sta progressivamente assumendo. Di Valérie Bubbio L’intrattenimento dilagante propone sempre più spesso contenuti fascistoidi esortando alla fuga nel disumano e all’agghiacciante annullamento del pensiero critico. L’articolo di Daniele Luttazzi pubblicato sul Manifesto non può non spingerci a considerare anche sotto questo aspetto i nostri tempi in cui “il dileggio della vittima è diventato il linguaggio corrente”.