L’asino di B. | 2006 | 11

• Appunti sulla metodologia dello studio dell’attore (di Gigi Livio)
• “Fiamma del diavolo che non consuma”. Marta Abba attrice “frigida” (di Gigi Livio)
• Silvio d’Amico e Luigi Pirandello: frammenti di un incontro (1918-1936)
(di Donatella Orecchia)
• Materiali per una storia del teatro italiano di contraddizione. Carmelo Bene in Pinocchio di Carlo Collodi (1962 e 1966) (a cura di Donatella Orecchia e Maristella Zuzzi)
• Colloquio con Daniele Gaglianone

PDF

Rileggendo Baudelaire.

Con queste pagine di Baudelaire proseguiamo la pratica di proporre periodicamente le opere di quegli artisti e quei pensatori che formano il nostro retroterra culturale, allo scopo di richiamare alla memoria, con gli esempi più alti dell’arte e del pensiero della tradizione, le radici di quella intricata “pianta” che è la coscienza della modernità.
Di Silvia Iracà

PDF

Foto del 1856-1858 di Gaspard-Félix Tournachon, “Nadar” (1820-1910): «[…] aveva la belllezza grave di un cardinale delle Lettere officiante al cospetto dell’Ideale. Il suo volto [era] glabro e pallido; gli occhi [si muovevano] come soli neri, la bocca aveva una vita distinta nella vita e nell’espressione del volto, era sottile e fremente, di una fine vibrazione sotto l’archetto delle parole. E tutta la testa dominava dall’altezza di una torre l’attenzione attonita degli astanti» (Seché citato da W. Benjamin nei «Passages» di Parigi)

«Si passi in rassegna, si esamini tutto ciò che è naturale, tutte le azioni e i desideri del semplice uomo naturale e non si troverà altro che orrore. Tutto quanto è bello e nobile è il risultato della ragione e del calcolo. Il delitto, di cui la bestia umana ha appreso il gusto nel ventre della madre, è originariamente naturale. La virtù, al contrario, è artificiale e sovrannaturale, giacché sono stati necessari, in tutti i tempi e in tutti i popoli, divinità e profeti per insegnarla all’umanità imbestiata, e l’uomo da solo sarebbe stato impotente a scoprirla. Il male si fa senza sforzo, naturalmente, per fatalità; ma il bene è sempre il prodotto di un’arte» (C. Baudelaire, Scritti sull’arte, Elogio del trucco).

“Il caso” del Caso Scafroglia.

A distanza di quattro anni dall’ultimo, surreale quanto interessante esperimento televisivo del più brillante fra i fratelli Guzzanti, BUR ripropone il meglio della trasmissione Il caso Scafroglia, andata in onda per due mesi soltanto nell’autunno del 2002, pubblicando, unitamente a un libro che raccoglie gran parte dei testi del programma, due dvd che sintetizzano in 240 minuti i momenti salienti di un programma senza paragoni nel panorama televisivo attuale.
Di Chiara Delmastro

PDF

Un primo piano di Corrado Guzzanti, ideatore e interprete del programma Il caso Scafroglia, che fa il verso all’impostato quanto becero conduttore anonimo della trasmissione, una graffiante parodia del bel conduttore superficiale di un programma d’attualità.

Un’immagine che rende molto bene il lucido “delirio a due” tra Corrado Guzzanti e Marco Marzocca, che nel programma è Padre Federico, ovvero un pretino moralista e retrivo che propina il suo “buon senso comune”, condito da abbondante buonismo, rivolgendosi ai giovani che hanno imboccato la via della perdizione… andando in discoteca.

Corrado Guzzanti nei panni del massone, uno dei personaggi creati per il programma; esilarante, ironico, e capace di raggiungere a tratti vertici di impietosa crudeltà, è sicuramente una delle figure di contorno meglio riuscite della trasmissione.