Tranquilli, siamo in buone mani

Mentre il colosso McDonald’s ci avvelena con gusto, la pubblicità, con gusto, ci insegna come desiderare di essere avvelenati. Di Lucia Marino
Nella sua forma di pubblicità e di marchio, il mercato è stato osservato al microscopio. Per affinità in Lire 26.900 di Frédéric Beigbeder (Milano, Feltrinelli 2004), libro che collega e stringe in un’unica ragnatela i principi pubblicitari. Per contrasto da Morgan Spurlock che denuncia, in Non mangiate questo libro (Roma, Fandango 2005), il marchio McDonald’s e le gravi conseguenze della McDieta.

PDF

Carla Tatò e Carlo Quartucci: due teatranti ‘contro’

Di Gabriele Bartolini, Simona Innocenzi e Donatella Orecchia

A partire dal mese di giugno 2005, un gruppo di studenti dell’Università di Roma Tor Vergata ha iniziato un percorso mirato ad avvicinare e conoscere il lavoro di Carlo Quartucci e Carla Tatò, due dei protagonisti più interessanti del scena italiana di questi ultimi quarant’anni.

Attraverso racconti, dialoghi, letture, recite serali, frammenti di una memoria antica misti a improvvisazioni estemporanee, Quartucci e Tatò hanno reso gli studenti partecipi di una rara e preziosa sapienza del teatro, concreta e appassionata. Soprattutto, li hanno condotti a conoscere il loro particolarissimo linguaggio della scena che oggi, come quarant’anni fa, si batte contro quel teatro, e quell’arte, che non sanno più superare il confine dell’intrattenimento spettacolare ‘digestivo’ -avrebbe detto Brecht- e contrapporsi attraverso il linguaggio artistico alla cultura dominante del proprio tempo: contraddire cioè le convenzioni del teatro (dal rapporto con il testo drammatico, al modo di intendere e vivere lo spazio scenico, dall’idea di regia a quella d’attore, fino al quella di pubblico) per contraddire un mondo.

L’asinovola ospita volentieri una testimonianza a più voci di quell’esperienza: due pezzi su Carla Tatò di Gabriele Bartolini e Simona Innocenzi, preceduti dal resoconto di quanto avvenuto nel primo incontro estivo.
Un momento del laboratorio tenuto da Quartucci e Tatò al Teatro Belli di Roma nei mesi di ottobre e novembre 2005. Seduto sul palcoscenico Carlo Quartucci guarda il video di uno spettacolo del 1984 dove Carla Tatò in primo piano recita bendata: un’immagine emblematica di un modo di fare teatro che intende essere innanzitutto uno sguardo diverso sul teatro (una forma, come insiste Quartucci, di ‘stravedere’ oltre la normalità del guardare).

Carla Tatò nei panni di Lady Macbeth. L’attrice, sola sul palcoscenico, recita il lungo monologo della sua follia, mentre alle sue spalle scorrono le immagini di Orson Wells e della Tatò stessa, segni di una memoria dell’arte e del teatro che torna a farsi presenza viva ed entra in rapporto/scontro con quanto avviene nel presente.

Un primo piano di Carla Tatò in Lady Macbeth. Il suo volto come una maschera che ha assai poco di umano e di rassicurante: maschera dai tratti marcati e mobilissimi, con una bocca perfettamente disegnata che si apre spesso in grida strozzate a mostrare una dentatura eccessiva (per dimensioni e per bianchezza), con due occhi come buchi di fuoco, imperiosamente sgranati. Una maschera che riempe la scena come di rado accade di vedere sulle nostre scene.


PDF