Frammenti di un discorso sull’attore: Lorena Senestro

È ancora possibile oggi, dopo la forzata liquidazione dell’avanguardia degli anni sessanta e settanta, che si possa trovare sulla scena italiana un modo di recitare non naturalistico? Lorena Senestro, giovane attrice piemontese, responsabile con il regista Massimo Betti Merlin del Teatro della Caduta di Torino, ci dà prova, insieme a pochissimi altri, del fatto che una recitazione di questo tipo è ancora frequentabile e con notevole vantaggio dell’arte teatrale. Di Gigi Livio

PDF

La fotografia teatrale è diversa dalla riproduzione di un fotogramma di un film. Nel secondo caso si può vedere l’opera del regista grazie all’analisi dell’inquadratura, delle luci, dell’espressione dell’attore, eccetera. Nel primo abbiamo invece un’immagine “morta” perché ferma un frammento di vita scenica proprio come succede nelle fotografie di tutti i giorni. Per cui è difficile delegare il compito di illustrare qualche concetto dell’articolo su Lorena Senestro a queste due immagini. È però possibile trarre da queste qualche suggestione. Nella prima vediamo l’attrice in un atteggiamento che potremmo definire “normale” non fosse per gli occhi che trasmettono l’idea di una presa di posizione critica su ciò che sta dicendo. Da notare è non soltanto il fatto che gli occhi sono socchiusi ma la luce penetrante e pensosa che ne promana. Nella seconda immagine è evidente ciò che si dice nell’articolo a proposito del corpo atteggiato in modo non naturale. Anche qui il volto si accentra negli occhi da cui questa volta promana una luce decisamente ironica. Questo modo di impostare gli occhi è perfettamente contestuale con l’atteggiamento tutto del volto e in modo particolare della bocca teso a ottenere il risultato di una garbata parodia della coquetterie.

La fotografia teatrale è diversa dalla riproduzione di un fotogramma di un film. Nel secondo caso si può vedere l’opera del regista grazie all’analisi dell’inquadratura, delle luci, dell’espressione dell’attore, eccetera. Nel primo abbiamo invece un’immagine “morta” perché ferma un frammento di vita scenica proprio come succede nelle fotografie di tutti i giorni. Per cui è difficile delegare il compito di illustrare qualche concetto dell’articolo su Lorena Senestro a queste due immagini. È però possibile trarre da queste qualche suggestione. Nella prima vediamo l’attrice in un atteggiamento che potremmo definire “normale” non fosse per gli occhi che trasmettono l’idea di una presa di posizione critica su ciò che sta dicendo. Da notare è non soltanto il fatto che gli occhi sono socchiusi ma la luce penetrante e pensosa che ne promana. Nella seconda immagine è evidente ciò che si dice nell’articolo a proposito del corpo atteggiato in modo non naturale. Anche qui il volto si accentra negli occhi da cui questa volta promana una luce decisamente ironica. Questo modo di impostare gli occhi è perfettamente contestuale con l’atteggiamento tutto del volto e in modo particolare della bocca teso a ottenere il risultato di una garbata parodia della coquetterie.