Leo parla di Perla.

Nel novembre del 1977 usciva, sulla rivista Quarta parete, diretta da Gigi Livio e Ruggero Bianchi, un colloquio con Leo De Berardinis e Perla Peragallo.

Al fondo dell’intervista compare una nota, che recita testualmente: “Questa chiacchierata – intervista con 
Leo De Berardinis è stata raccolta in un albergo torinese il pomeriggio del 27 marzo 1976 da Ruggero Bianchi e 
Gigi Livio. È sempre stata presente, per tutta la durata della registrazione, Perla Peragallo: la sua partecipazione 
alla discussione è stata attiva con gesti, espressioni, sguardi, con quella sua mimica intensa e disperata;
ma non ha parlato mai. E poiché non è possibile registrare su nastro per sole voci le espressioni, i gesti eccetera, 
ben poco resta, in questa trascrizione, del suo contributo alla discussione”. 

Riportiamo qui uno stralcio del colloquio, nel quale Leo De Berardinis descrive in modo estremamente incisivo e 
pregnante l’arte d’attore di Perla.

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È morta Perla

Perla Peragallo è morta a Roma il 20 agosto. Attrice eccezionale del teatro di contraddizione si era ritirata dalle scene nel 1981. Di Gigi Livio

La morte di Perla Peragallo, avvenuta a Roma il 20 agosto, non toglie ormai più nulla al teatro che 
ormai la meravigliosa attrice aveva abbandonato nel 1981 a solo 38 anni. E lo aveva abbandonato 
perché riteneva di non avere più nulla da dire e di essere entrata in una fase di ripetitività e “finzione”. 
Infatti Perla in scena non fingeva avendo saputo portare l’arte dell’attore al suo apice che coincide 
con la sua fine nella totale identificazione arte-vita.


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Perla Peragallo in Assoli (1977). 
In questo splendido “primo piano” vediamo Perla, bellissima, con il volto deformato dalla rabbia e dalla sofferenza urlare l’impossibilità del teatro in un mondo che non vuole più saperne dell’arte.



Leo De Berardinis e Perla Peragallo in Avita murì (1978). 
Qui Leo è uno scalcagnato Pulcinella e Perla una Colombina da strapazzo che si aiuta a camminare con stampelle inutili perché poi cammina benissimo. 
I loro battibecchi e le loro contrapposizioni risultano del tutto inutili in un’atmosfera sfatta e evanescente che evoca in modo comico-tragico e infine straziato la fine del teatro mentre la locandina recitava: “Spettacolo comico in due tempi molto tragico”.