Il film di George Clooney riaffronta il problema della libertà di espressione nel periodo maccartista. Di Gigi LivioIl film può essere inserito all’interno di un filone cinematografico di documentazione della realtà storica oggi molto frequentato da Fahrenheit 9/11 a Allende. Tipica opera di un “borghese onesto” affronta il problema del maccartismo, e delle sue ricadute sull’informazione, in modo duro e rigoroso impostato in uno stile scarno e scabro che usufruisce molto efficacemente del bianco e nero.
Mese: Novembre 2005
Pasolini su Pasolini. A trent’anni dalla morte.
Di Donatella Orecchia
Nella notte fra il 1 e il 2 novembre 1975 Pier Paolo Pasolini muore assassinato all’Idroscalo di Ostia: con lui, dirà Alberto Moravia ai suoi funerali, muore uno di quei due o tre poeti che nascono in un secolo. L’unico poeta civile che la sinistra italiana abbia avuto.
A trent’anni di distanza, molti programmi televisivi, manifestazioni pubbliche, articoli e libri ricordano la sua opera di artista, di intellettuale, di polemista infaticabile.
In un’intervista fino a oggi inedita del 1969, pubblicata da Archinto edizioni, Pasolini ricorda con una lucida e appassionata sintesi il suo percorso intellettuale: dagli anni giovanili friulani, all’incontro con le borgate romane alla passione per il cinema, alla crisi della fine degli anni sessanta. Un’occasione per essere ancora una volta provocati dalla tensione etica che caratterizzò sempre la sua ricerca: e che mai ebbe il timore o la vergogna delle proprie contraddizioni.
Isabelle Huppert – “una certa idea di verità”.
Protagonista di Gabrielle, l’ultimo film di Patrice Chéreau presentato al Festival di Venezia, Isabelle Huppert anche in quest’occasione non manca di spiazzare lo spettatore. A partire da questa pellicola qualche riflessione sulla recitazione dell’attrice francese. Di Maria Pia Petrini Isabelle Huppert non aderisce mai perfettamente ai suoi personaggi, restituendoli al pubblico sfaccettati e veri.
Asciutta ed essenziale, priva di eccessi nei gesti, nel tono di voce e nei movimenti, mai sopra né sotto le righe, risulta comunque sempre ‘fuori parte’, inducendo in tal modo lo spettatore a prestare uno sguardo attento.
Un grande talento speso per mostrare un mondo senza veli e un animo umano complesso e contraddittorio.
L’asino di B. | 2005 | 10
Indice
• Coppi (di Gigi Livio)
• Samuel Beckett e quelli di Prima Porta. Gli anni del “Teatro della Ripresa”
(di Donatella Orecchia)
• L’attore italiano nel secolo XIX nei testi metateatrali (di Diego Visone)
• La voce dell’attore (di Nevio Gambula)
• È di nuovo lecito sognare ai funerali del Sogno? (di Gigi Livio)