Un teatrante che dallo schermo televisivo parla, tra le altre cose, di meccanica quantistica ci costringe a interrogarci sulle conseguenze della separazione tra cultura umanistica e scientifica. Di Claudio Deiro
Marco Paolini nel corso del suo spettacolo Miserabili. Io e Margareth Thatcher in onda su LA7, ha interrogato il pubblico sul Principio di indeterminazione di Heisenberg (che ha più formulazioni, tra cui quella che costituisce il titolo dell’articolo) e sui principi della termodinamica. Nonostante si tratti di nozioni basilari, la grande maggioranza del pubblico sembrava ignorarle completamente.
Una breve riflessione sul debolismo della critica a partire da una considerazione sul carattere falsamente artistico dei prodotti musicali attuali. Di Letizia Gatti I concerti-evento svoltisi in occasione di grandi manifestazioni di massa come il No B day e il concerto del Primo Maggio a Roma, solo per citare i casi italiani più recenti, sono esempi paradigmatici di come critica e pubblico attribuiscano alle opere di alcuni autori un presunto e inesistente valore artistico, segnale allarmante di una critica assente a se stessa, incapace di distinguere un’opera d’arte da un’opera in cui contraddizione e trasformazione sono invece solo apparenti.
Un brutto film offre qui il destro a una proposta di lettura del Ritratto di Dorian Gray di impostazione diversa da quella corrente. Di Gigi Livio
Una recente pellicola tratta dal romanzo di Wilde mette il luce l’impossibilità di trasporre in film un’opera simbolistica. La cosa è tanto più problematica se l’opera in questione oscilla tra simbolismo e allegorismo come sembra essere il caso del Ritratto di Dorian Gray. Una possibile lettura, incentrata sul parziale rovesciamento dei simboli in allegorie, può aprirsi a un’interpretazione del romanzo in chiave di parodia. Si tratta di una strada esegetica probabilmente nuova e certamente diversa da quelle che normalmente vengono proposte.