Su alcuni film usciti al cinema lo scorso mese

Alcune opinioni su Dallas Buyers ClubGrand Budapest Hotel e Nymphomaniac vol.1. Di Enrico A. Pili

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Matthew McConaughey in Magic Mike (diretto da Steven Soderbergh nel 2012) e in Dallas Buyers Club (Jean-Marc Vallée, 2013). Nel film di Vallée l’attore Matthew McConaughey appare visibilmente denutrito, in netto contrasto con l’immagine di muscoloso sex symbol sostenuta nei suoi film precedenti. L’oscar da lui vinto dimostra come sia ancora egemone l’idea secondo la quale la dote principale di un attore è la sua capacitè di essere “naturale” nelle vesti del personaggio da lui interpretato. Emerge il peso opprimente di una cultura cinematografica che fa dell’imitazione della natura il metro di valutazione dell’abilità di un attore, cultura nella quale resiste l’idea per la quale il sex symbol che voglia dimostrare di essere un “vero attore” dovrà per forza ripudiare la propria immagine divistica e rendersi “brutto” all’occhio dello spettatore medio, attraverso un lungo training fisico e pesanti sedute di trucco, indispensabili per supportare il suo “grande ruolo drammatico” (vedi anche Charlize Theron in Monster del 2003).

Matthew McConaughey in Magic Mike (diretto da Steven Soderbergh nel 2012) e in Dallas Buyers Club (Jean-Marc Vallée, 2013). Nel film di Vallée l’attore Matthew McConaughey appare visibilmente denutrito, in netto contrasto con l’immagine di muscoloso sex symbol sostenuta nei suoi film precedenti. L’oscar da lui vinto dimostra come sia ancora egemone l’idea secondo la quale la dote principale di un attore è la sua capacitè di essere “naturale” nelle vesti del personaggio da lui interpretato. Emerge il peso opprimente di una cultura cinematografica che fa dell’imitazione della natura il metro di valutazione dell’abilità di un attore, cultura nella quale resiste l’idea per la quale il sex symbol che voglia dimostrare di essere un “vero attore” dovrà per forza ripudiare la propria immagine divistica e rendersi “brutto” all’occhio dello spettatore medio, attraverso un lungo training fisico e pesanti sedute di trucco, indispensabili per supportare il suo “grande ruolo drammatico” (vedi anche Charlize Theron in Monster del 2003).