Il giovane favoloso: meno male che non ci sono i pidocchi

L’articolo riprende la questione del Giovane favoloso, già affrontata da Gigi Livio nel numero precedente, mettendo in rilievo, dal punto di vista della storia letteraria, come il film sia lontano dal rendere la straordinaria ricchezza dell’avventura intellettuale leopardiana e al contrario si riduca a una bassa aneddotica biografica. Siccome il film, che ha ottenuto un largo successo di pubblico ed è accompagnato da una martellante campagna di recensioni e interviste, si presenta come un’operazione di mercato di vasta portata (e una brutta operazione), insistere su una analisi critica risulta un dovere non solo culturale ma civile. Di Guido Baldi

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I bambini sanno ancora giocare?

L’autrice propone una riflessione sulla crescente incapacità dei bambini a giocare da soli e senza l’ausilio di tecnologie, che tendono a ridurre la loro immaginazione e la loro creatività. Di Elma Krimer

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Nella foto si possono osservare dei bambini intenti a giocare al salto della corda, gioco di antiche origini, che non necessita di chissà quale attrezzatura ma solo di una corda, qualche canzoncina di accompagnamento e naturalmente la presenza di tre o più bambini. Seppur di semplice svolgimento il gioco in questione ha la prerogativa di far incontrare e interagire tra loro, generalmente all’aria aperta, i bambini.