Performance art: The artist is present

L’articolo intende sottolineare l’importanza della performance nelle arti visive e dello spettacolo contemporanee. L’uscita di un film-documentario su Marina Abramović, The artist is present, permettere di mettere a fuoco la personalità artistica della performer forse oggi più importante. Di Federica Milano

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Gli spettatori-partecipanti della performance Rhythm 0, presentata a Napoli nel 1974, mentre scelgono dal tavolo alcuni fra i 73 oggetti, messi a disposizione dall’artista, per arrecare piacere o dolore. Nel secondo fotogramma, il momento in cui i membri più audaci fra il pubblico iniziano a spogliare Marina Abramović, assolutamente passiva e distaccata, nonostante quello che sta accadendo.

Gli spettatori-partecipanti della performance Rhythm 0, presentata a Napoli nel 1974, mentre scelgono dal tavolo alcuni fra i 73 oggetti, messi a disposizione dall’artista, per arrecare piacere o dolore. Nel secondo fotogramma, il momento in cui i membri più audaci fra il pubblico iniziano a spogliare Marina Abramović, assolutamente passiva e distaccata, nonostante quello che sta accadendo.

Marina Abramović in Lips of Thomas, distesa sulla croce di ghiaccio con il calorifero puntato sulla stella a cinque punte incisa sul ventre, perché continui a sanguinare nonostante l’abbassamento della temperatura corporea. Quando il congelamento parrà agli spettatori un rischio concreto, essi interverranno concludendo la performance e mettendo in salvo con la forza l’artista.

Marina Abramović durante la performance The artist is present. Davanti a lei siede Ulay (Frank Uwe Laysiepen), compagno nella vita e nel lavoro fra il 1976 e il 1989. La relazione fra i due finì con la performance The Lovers, nella quale percorsero la Muraglia Cinese in solitaria, partendo dai due estremi opposti (lui dal deserto del Gobi e lei dal Mar Giallo), per incontrarsi dopo 2.500 km a metà del percorso, abbracciarsi e dirsi addio.