Le divergenze di Maresco e Ciprì

L’ultimo film di Daniele Ciprì, La Buca, esce a poche settimane di distanza da Belluscone – una storia siciliana di Franco Maresco. I due registi, un tempo coppia artistica, non potrebbero oggi, alla luce dei loro nuovi lavori, apparire più incompatibili. Di Enrico A. Pili

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Il film di Maresco, girato in digitale con Luca Bigazzi, già direttore della fotografia de Lo zio di Brooklyn e Totò che visse due volte, alterna il bianco e nero al colore. È questa una delle tante articolazioni del disegno stilistico dell’opera: Ciccio Mira, virato in bianco e nero, evoca una presenza umana che non c’è più, che già in lui sopravvive per via negativa. Il colore invece diventa fondamentale per la definizione dei cantanti neomelodici (delle loro abbronzature e dei loro virtuosistici tagli di capelli), così come di tutti quei corpi che, per il regista, fanno parte di una nuova “post-umanità” antropologicamente mutata.

Il film di Maresco, girato in digitale con Luca Bigazzi, già direttore della fotografia de Lo zio di Brooklyn e Totò che visse due volte, alterna il bianco e nero al colore. È questa una delle tante articolazioni del disegno stilistico dell’opera: Ciccio Mira, virato in bianco e nero, evoca una presenza umana che non c’è più, che già in lui sopravvive per via negativa. Il colore invece diventa fondamentale per la definizione dei cantanti neomelodici (delle loro abbronzature e dei loro virtuosistici tagli di capelli), così come di tutti quei corpi che, per il regista, fanno parte di una nuova “post-umanità” antropologicamente mutata.

Il fotogramma, tratto dal film La buca, ci pare mostrare bene che il lavorio del regista sulla pellicola, mirato a dare a questa i colori «di un film antico», si risolve in un effetto pastello che, invece di straniare, o «evocare» come piace dire al regista, avvicina il film ai colori delle miniserie televisive italiane e alle scene oniriche di Un posto al sole. Nonostante infatti Ciprì sia soprattutto fotografo, e il lavoro su Vincere di Marco Bellocchio aveva fatto da questo punto di vista sperare in qualcosa di meglio, ci pare che la fotografia sia un altro elemento de La bucadecisamente da dimenticare.

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