“L’arte non è cosa nostra” … perché forse non è più arte.

Appunti sull’ennesima operazione commercial-artistica dell’industria culturale. Di Ariela Stingi

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Scorcio del salone Nervi, all’interno di Torino Esposizioni

Data l’assenza di cartellini nominativi non è possibile a chi scrive risalire agli artisti e al titolo delle opere. Va inoltre notato che i lavori esposti non hanno alcuna connessione logica gli uni con gli altri, e inoltre, è da sottolineare che l’esposizione e l’allestimento sono state curate dagli artisti stessi. Arte democratica o poca voglia di gestire l’evento da parte del curatore?

Teoria Tradizionale e Teoria Critica. Un problema irrisolto

Sono passati 75 anni dal celebre saggio di Max Horkheimer che proponeva, in modo chiaro e perentorio, la necessità di ripensare l’edificio teorico tradizionale, colpevole – secondo Horkheimer – di rispondere solo in parte alle esigenze conoscitive pratiche dell’individuo. A oggi, le analisi di Horkheimer, suonano sempre più attuali, ma, proprio per essersi evolute da profezie a realtà osservabili, e forse anche perché non stimolano più una passione critica legata alla teoria critica, le sue previsioni sono sempre meno prese in seria considerazione. Di Nicola Busca

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L’immagine del Marx gaudente che fa il segno della vittoria è stata utilizzata anche dal filosofo torinese Diego Fusaro come copertina del suo libro, «Bentornato Marx. Rinascita di un pensiero rivoluzionario». In quest’opera, edita da Bompiani nel 2009, il giovane pensatore torinese prende coraggio e affronta, con grande onestà intellettuale, ciò che rimaneva del pensiero marxista, ovvero – riprendendo un’espressione di Jacques Derrida – spettri che infestavano la storia del pensiero. Che sia giunto il tempo di una Marx renaissance?

L’UOMO A UNA DIMENSIONE: Massimo de Rigo. Olio su tavola, 1966. «Una confortevole, levigata, ragionevole, democratica non-libertà prevale nella civiltà industriale avanzata, segno del progresso tecnico». Herbert Marcuse, lo psicologo della Scuola di Francoforte, iniziava così la sua opera diventata poi manifesto dell’intero movimento studentesco degli anni ’60. La teoria critica aveva, tra i suoi obiettivi, anche quello di combattere l’unilateralità di pensiero, spesso causa della modalità teorica tradizionale e, almeno potenzialmente, controbattibile da parte della teoria critica.