Uno dei migliori film usciti quest’anno nei cinema italiani è certamente Gli amori folli, un’opera che allontana sempre più Alain Resnais dagli stereotipi che l’hanno voluto in passato compagno dei “giovani turchi” della Nouvelle Vague. Di Enrico A. Pili
Autore: Redazione
Slavoj Zizek, un parresiasta contro
Per superare i fallimenti della sinistra novecentesca e poter formulare una nuova «ipotesi comunista» è necessario affrontare il secolare problema del superamento del capitalismo con il coraggio di “un´analisi impegnata ed estremamente parziale”, come afferma il filosofo di Lubiana nelle prime pagine del suo ultimo saggio First as Tragedy, Than as Farce. Di Letizia Gatti
Il festival di Venezia è morto e il suo cadavere puzza
L’ultima Mostra del cinema di Venezia ci porta a riflettere su due discutibili episodi: l’assegnazione del Leone d’oro per il miglior film a Somewhere di Sofia Coppola e l’assegnazione del Leone d’oro per la carriera
a John Woo. Di Enrico A. Pili
Replica alle “riflessioni sull’articolo sull’i-Pad”
Alcune ulteriori considerazioni sull’opportunità di continuare a ragionare di mezzi tecnologicamente avanzati. Di Claudio Deiro
Teatro di contraddizione e teatro dell’antagonismo.
In questo articolo si propone un’articolazione migliore del discorso critico sul teatro di contraddizione per cercare di cogliere in modo più pregnante, ed esegeticamente più preciso, tutta la ricchezza artistica di un certo tipo di teatro. Di Gigi Livio
Memoria ad accesso casuale
Un’enciclopedia vuole essere una summa della conoscenza globale, a cui poter attingere rapidamente, quanto interessa, ottenendo informazioni il più possibile verificate e certificate, una specie di memoria collettiva ad accesso casuale. Wikipedia è oggi forse la più grande, certamente la più disponibile, probabilmente la più controversa, fonte di informazione enciclopedica. Cerchiamo qui di discuterne alcune delle criticità. Di Claudio Deiro
Alcune riflessioni sull’articolo sull’i-Pad
Partendo dall’articolo che questa rivista ha pubblicato recentemente sulla diffusione dell’i-Pad, vengono svolte alcune considerazioni sull’impatto che possono avere i mezzi tecnologicamente avanzati sulla cultura e sulla coscienza dell’uomo. Di Caterina Livio
Carlo Quartucci e Carla Tatò all’Università di Roma Tre. Immagini d’artista
Prosegue il “viaggio attraverso il teatro” intrapreso da Carla Tatò e Carlo Quartucci. Il laboratorio tenuto nell’aula Columbus dell’Università di Roma Tre ci spinge a considerare
da una prospettiva diversa le possibilità di contraddizione che l’arte d’avanguardia
può avere ancora oggi. Di Valérie Bubbio
Il margine di possibilità che si presenta ancora frequentabile dall’arte per contrapporsi con forza
al dio mercato regolatore di ogni cosa risulta oggi come oggi sempre più ristretto. Il coraggio di coloro
che continuano a lottare senza tregua cercando nuovi spazi e nuovi modi all’interno di questo
margine ormai limitatissimo restituisce una vena di speranza ai tempi bui che stiamo attraversando.
Oggi più che mai è necessario valorizzare lo sforzo di quei rarissimi artisti che si pongono
un passo avanti, tra avanguardia e tradizione, alle disposizioni culturali di una società votata allo spettacolo
e all’intrattenimento.
John Heartfield e gli eredi del fotomontaggio
Grazie alla mediazione situazionista, i fotomontaggi allo stile di Heartfield arrivano al punk anarchico, che li utilizza come armi di critica verso ogni tipo di autoritarismo, di militarismo, di repressione dell’individuo. Di Enrico Pili
Heartfield, vissuto tra il 1891 e il 1968, ha creato e sviluppato il fotomontaggio satirico politico,
intuendone l’enorme potenziale comunicativo derivante da una diffusione di massa. Qualcosa di simile
accade nella scena punk anarchica, dove il fotomontaggio heartfieldiano è utilizzato per le
copertine dei dischi, fanzine, manifesti dei concerti e volantini politici, che grazie a internet trovano
oggi un’inedita utenza internazionale.
La banalità dell’ovvio
Due ascolti brevi e casuali danno insieme spunto e conferma, ancora una volta, del rapporto tra naturalismo nelle arti dello spettacolo e potere. Di Gigi Livio
L’impostazione naturalistica nelle arti – che si svela in quanto tale attraverso l’intenzione di chi scrive, recita, eccetera di fare immedesimare il lettore o lo spettatore nel personaggio – sembra oggi non essere più messa in discussione ma accettata
come dato costitutivo dell’arte stessa. Contraddire questa impostazione e portare avanti l’ipotesi autenticamente antagonistica
di un’arte critica, che faccia pensare e non si limiti a intrattenere e ‘divertire’, è oggi più che mai il compito di una critica
che intenda non abdicare alla propria funzione piegandosi ossequiente alle direttive culturali del potere.