La banalità dell’ovvio

Due ascolti brevi e casuali danno insieme spunto e conferma, ancora una volta, del rapporto tra naturalismo nelle arti dello spettacolo e potere. Di Gigi Livio

L’impostazione naturalistica nelle arti – che si svela in quanto tale attraverso l’intenzione di chi scrive, recita, eccetera di fare immedesimare il lettore o lo spettatore nel personaggio – sembra oggi non essere più messa in discussione ma accettata
come dato costitutivo dell’arte stessa. Contraddire questa impostazione e portare avanti l’ipotesi autenticamente antagonistica
di un’arte critica, che faccia pensare e non si limiti a intrattenere e ‘divertire’, è oggi più che mai il compito di una critica
che intenda non abdicare alla propria funzione piegandosi ossequiente alle direttive culturali del potere.

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