Pasolini, Calvino e il ruolo degli intellettuali. Ancora sull’industria culturale.

Si è accesa a fine agosto una polemica su alcuni quotidiani e qualche rivista on-line a proposito dello stato di salute del dibattito culturale italiano. Una discussione interessante, a patto però di abbandonare la contrapposizione sbagliata fra un passato da rimpiangere e un presente da difendere a tutti i costi. Di Armando Petrini
Il dibattito di fine agosto ha finito per riproporre un’alternativa riduttiva. Quella fra chi sostiene che ci sia un passato da rimpiangere, senza però addentrarsi nelle articolazioni e nelle contraddizioni di quel passato. E chi sostiene che il nostro presente non abbia in fondo molto da invidiare a quel passato, senza così cogliere il nodo dello “sfacelo della cultura” che ha caratterizzato in particolare gli anni Ottanta e Novanta. Proviamo qui a impostare su altre basi quella discussione.

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