Olimpiadi e cultura di massa

Le olimpiadi di Londra di quest’anno offrono molteplici spunti di riflessione. Non avendo lo spazio e il tempo necessario per comprenderli tutti in un discorso generale ci occuperemo di due problemi relativamente piccoli, due nodi della cerimonia di apertura che possono gettare una luce anche su alcune questioni generali. Di Enrico A. Pili

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La danza che coinvolge il gruppo degli uomini d’affari è molto particolare: da una parte, questi, sembrano guidare i lavori e sorvegliare gli operai, dall’altra sembrano lavorare essi stessi. È possibile che il regista volesse mantenere una certa ambiguità, facendo di loro dei luminari della scienza, degli sfruttatori e dei lavoratori insieme. Anche se, a differenza degli operai-ballerini che impugnano attrezzi veri e che lavorano in maniera alienata, gli uomini d’affari lavorano senza attrezzi. Sono un’altra categoria di lavoratori: lavoratori del pensiero, speculatori, non costruttori di oggetti ma costruttori della nazione.

La danza che coinvolge il gruppo degli uomini d’affari è molto particolare: da una parte, questi, sembrano guidare i lavori e sorvegliare gli operai, dall’altra sembrano lavorare essi stessi. È possibile che il regista volesse mantenere una certa ambiguità, facendo di loro dei luminari della scienza, degli sfruttatori e dei lavoratori insieme. Anche se, a differenza degli operai-ballerini che impugnano attrezzi veri e che lavorano in maniera alienata, gli uomini d’affari lavorano senza attrezzi. Sono un’altra categoria di lavoratori: lavoratori del pensiero, speculatori, non costruttori di oggetti ma costruttori della nazione.

Alla fine del capitolo della cerimonia dedicato alla cultura pop e ai social network appare Tim Berners-Lee, uno degli inventori della rete Web, che twitta in tempo reale il messaggio «This is for everyone», questo è per tutti, che appare sui led luminosi dello stadio. Il programma della cerimonia spiega che «la musica ci connette con gli altri e con i momenti più importanti della nostra vita. E una delle cose che rende queste connessioni possibili è il Web». Purtroppo più passa il tempo e più è chiaro che questo genere di connessioni via Web hanno pochissimo a che spartire con quelle “dal vivo”, che allo stato attuale della tecnologia non sono sostituibili con instant messaging e video-chats, che sono invece per molti, più o meno giovani, un ostacolo terribile alla costruzione di un rapporto critico e sereno con il mondo esterno alla rete.

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