Bellas Mariposas

Bellas Mariposas di Salvatore Mereu è un film che racchiude in sé una grande prova d’attore e di direzione degli attori. Di Enrico A. Pili

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Il regista Salvatore Mereu con Sara Podda e Maya Mulas. L’attore è, in un film come questo, l’elemento centrale. Un risultato straordinario come quello raggiunto da Bellas Mariposas è sempre frutto di un lungo periodo in cui attori e regista imparano a prendere confidenza l’uno dell’altro. Si tratta anche per il regista di avere un preciso disegno stilistico in testa (cosa non da pochi) e per quel regista di riuscire a mettere i propri attori sulla sua strada (cosa ancor più rara). Così si crea quella perfetta alchimia fatta di fiducia reciproca che permette all’attore, non necessariamente interessato ai problemi stilistici del regista, e alla regia, non totalitaria ma aperta a ciò che l’attore potrebbe fare di fronte alla macchina da presa, di fondersi stupendamente.

La lunga sequenza (circa due minuti) del molestatore è emblematica della regia del film come pensata da Mereu, che non solo ha impostato la lavorazione del film sull’ordine cronologico delle scene, ma anche sui long take (sequenze lunghe), momenti che permettono alle attrici, a cui viene quindi dato un grande margine di libertà, di gestire le battute a proprio piacimento.

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