Luttazzi, la satira e Ferrara.

Il recente licenziamento di Daniele Luttazzi dalla 7 è stato commentato da Giuliano Ferrara con una lettera a “la Repubblica”. Questo breve scritto intende confutare gli argomenti contenuti in quella lettera. Di Gigi Livio

Giuliano Ferrara commenta, con una lettera pubblicata su “la Repubblica”, il licenziamento di 
Daniele Luttazzi dalla 7 e la sospensione del suo programma Decameron. In due colonne di giornale 
svolge un ragionamento assai semplice: nella democrazia capitalistica la libertà di parola non 
esiste o esiste solo fino a un certo punto. Dire che tutto ciò è discutibile è dire poco: si tratta di un autentico
attacco alla libertà di satira così come è praticata da un attore comico che sa usare un tipo particolare
di comicità ‘fredda’ in modo estremamente interessante.


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Sarebbe troppo facile e superficiale leggere questa immagine soltanto come un’irrisione alla religione cristiana. Certo questo elemento è presente dal momento che Luttazzi non nasconde il fatto di non amare le religioni. Ma, più in profondo, c’è anche, e forse soprattutto, la rabbia per un mondo che ha smarrito il significato del sacro e che rende tutto merce anche attraverso la religione.

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