Isabelle Huppert – “una certa idea di verità”.

Protagonista di Gabrielle, l’ultimo film di Patrice Chéreau presentato al Festival di Venezia, Isabelle Huppert anche in quest’occasione non manca di spiazzare lo spettatore. A partire da questa pellicola qualche riflessione sulla recitazione dell’attrice francese. Di Maria Pia Petrini Isabelle Huppert non aderisce mai perfettamente ai suoi personaggi, restituendoli al pubblico sfaccettati e veri.
Asciutta ed essenziale, priva di eccessi nei gesti, nel tono di voce e nei movimenti, mai sopra né sotto le righe, risulta comunque sempre ‘fuori parte’, inducendo in tal modo lo spettatore a prestare uno sguardo attento.
Un grande talento speso per mostrare un mondo senza veli e un animo umano complesso e contraddittorio.

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Sul volto di Isabelle Huppert (nella foto, in Gabrielle) le labbra si piegano appena in un sorriso tanto lieve quanto penetrante senza quasi modificarne i lineamenti, mentre gli occhi, poco più che socchiusi, rivelano uno sguardo fermo e distaccato ma al contempo incuriosito e interessato.

Nella commedia di François Ozon, Otto donne e un mistero, Isabelle Huppert (nella foto) è Augustine, donna acida e arcigna ma evidentemente finta e ironica: a tratti l’attrice indossa i panni di divertita spettatrice e sul suo volto compare un sottile sorriso estraneo alla parte.

Isabelle Huppert (nella foto, in Gabrielle), introducendo un accenno di sorpresa e un impercettibile sorriso ironico allo sguardo, riesce a rendere intenso quel sentimento di disprezzo che le si legge sul volto, pur mantenendo tratti somatici quasi inalterati e distesi.

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