Due pagine di Brecht su naturalismo e politica

Per il drammaturgo tedesco, morto cinquant’anni fa, il naturalismo non è solamente una forma dell’arte, o della tecnica, dell’attore, ma anche un ben preciso modo di intendere il mondo dal punto di vista politico. Di Gigi Livio
Nel riprendere pagine fondanti il nostro retroterra, ci imbattiamo ineludibilmente in Brecht. La scrittore tedesco presenta infatti una visione del mondo e delle cose dell’arte tipicamente moderne e che della modernità hanno tutta la complessità e la ricchezza. I due brani qui riproposti affrontano il problema del naturalismo, così nella recitazione degli attori come nelle esibizioni di Hitler, letto, come non può non essere, in chiave politica.

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Nei tempi oscuri

Non si dirà: quando il noce si scuoteva nel vento
ma: quando l’imbianchino calpestava i lavoratori.
Non si dirà: quando il bambino faceva saltare il ciottolo piatto sulla rapida del fiume
ma: quando si preparavano le grandi guerre.
Non si dirà: quando la donna entrò nella stanza
ma: quando le grandi potenze si allearono contro i lavoratori.
Tuttavia non si dirà: i tempi erano oscuri
ma: perché i loro poeti hanno taciuto?

(Bertolt Brecht, Poesie 1933 – 1938, in Poesie, Torino, Einaudi, 1992, p.137)



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