C.S.I.: un esempio del ritorno dell’“orroroso” nella nostra società.

Il telefilm statunitense C.S.I., con i suoi due spin-off, costituisce un spia molto evidente del riemergere di una tematica che, a partire dal Barocco, si è ciclicamente ripresentata – nel Seicento a livello artistico, e nell’ambito dell’intrattenimento televisivo oggi-: l’“orroroso”. Un tema che, abilmente adoperato dal potere, diviene ora uno strumento politico estremamente sottile e insidioso. Di Chiara Delmastro

Negli ultimi anni si è potuto assistere a un ampio riemergere della tematica dell’“orroroso” – in 
televisione, con fiction e programmi sul genere, al cinema e in letteratura – sostenuto da un cospicuo 
successo di pubblico; si tratta di un motivo che, pur se con sostanziali differenze, riaffiora 
periodicamente a partire dal Barocco sino a giungere a oggi, con telefilm sul modello dello statunitense C.S.I.

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La Medusa di Caravaggio: un esempio eccellente della rappresentazione delle inquietudini dell’uomo del Barocco, immerso in una realtà che non lo vedeva più come il centro del mondo; questa immagine dimostra come il “brutto” in arte possa essere al contempo molto “bello” e magneticamente inquietante.

Un particolare che mostra in modo molto evidente con quanta meticolosa cura gli ideatori delle serie di C.S.I. presentino anche i dettagli più “orrorosi”, senza nulla celare agli occhi dello spettatore, che può così appagare e placare ogni possibile istinto perverso: lo scopo del potere è quello di appiattire e normalizzare l’individuo, privandolo di ogni potenziale impulso eversivo.

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