La contessina Julie secondo il servo (di scena) Malosti.

La trasposizione teatrale della pièce strindberghiana La signorina Julie è uno spettacolo di intrattenimento intelligente che conferma Malosti come uno degli autori più interessanti del panorama teatrale italiano. Di Letizia Gatti

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Musica, suoni e rumori, come è tipico del teatro di Malosti, commentano accadimenti, voci, tempi dello spazio drammaturgico, fino alla completa saturazione. Nessun genere musicale è escluso purché sia funzionale alla narrazione. Il rischio più volte toccato dall’attore torinese è che l’insistito lavoro sulla forma sommerga il contenuto dell’opera o che, alla peggio, lo sostituisca del tutto, deragliandola sui binari di una retorica spettacolare tipicamente postmoderna.

Il personaggio della serva Cristina (Viola Pornaro), la moralista cuoca di casa del Conte nonché terzo vertice del triangolo amoroso serva-servo-padrona, ha la funzione di personaggio e narratore intradiegetico dei fatti che accadono nella cucina-tugurio della casa del conte – scenografia unica che riesce a soddisfare in modo originale e tipicamente malostiano tutte le esigenze di scena.

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