Il teatro di narrazione secondo Valeriano Gialli

In occasione del suo ultimo spettacolo, Moby Dick, Valeriano Gialli ha parlato di teatro di narrazione: in questo breve intervento filmato ci spiega che cosa è per lui e come lo pratica. (mvg)
Gialli distingue tra il teatro di narrazione così come viene normalmente inteso, che mette in scena le radici e il vissuto personale dell’attore, da un altro modo di concepire il teatro di narrazione, il suo, che egli stesso definisce “radicale” perchè opera un rovesciamento rispetto alla drammaturgia tradizionale, nel senso che l’attore non recita più un personaggio, ma è simile all’antico aedo che canta una storia.
Il teatro di cui Valeriano Gialli parla è quello epico, che abbandona la centralità della psicologia del personaggio grazie a una recitazione anti-naturalistica in cui, come diceva Brecht, l’attore pone una distanza fra sè e il personaggio e fra sè e le cose che rappresenta. Ciò di cui parla questo attore sono grandi eventi, grandi poemi, non i piccoli e noiosi psicologismi della vita quotidiana.
Un teatro tanto più moderno quanto più fa riferimento al più antico modo di recitare che conosciamo: quello omerico, che è pre-tragico.

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