Di Gabriele Bartolini, Simona Innocenzi e Donatella Orecchia
A partire dal mese di giugno 2005, un gruppo di studenti dell’Università di Roma Tor Vergata ha iniziato un percorso mirato ad avvicinare e conoscere il lavoro di Carlo Quartucci e Carla Tatò, due dei protagonisti più interessanti del scena italiana di questi ultimi quarant’anni. Attraverso racconti, dialoghi, letture, recite serali, frammenti di una memoria antica misti a improvvisazioni estemporanee, Quartucci e Tatò hanno reso gli studenti partecipi di una rara e preziosa sapienza del teatro, concreta e appassionata. Soprattutto, li hanno condotti a conoscere il loro particolarissimo linguaggio della scena che oggi, come quarant’anni fa, si batte contro quel teatro, e quell’arte, che non sanno più superare il confine dell’intrattenimento spettacolare ‘digestivo’ -avrebbe detto Brecht- e contrapporsi attraverso il linguaggio artistico alla cultura dominante del proprio tempo: contraddire cioè le convenzioni del teatro (dal rapporto con il testo drammatico, al modo di intendere e vivere lo spazio scenico, dall’idea di regia a quella d’attore, fino al quella di pubblico) per contraddire un mondo. L’asinovola ospita volentieri una testimonianza a più voci di quell’esperienza: due pezzi su Carla Tatò di Gabriele Bartolini e Simona Innocenzi, preceduti dal resoconto di quanto avvenuto nel primo incontro estivo. |


