Scritti molesti sullo spettacolo e la cultura nel tempo dell’emergenza
Un particolarissimo montaggio autobiografico di Paolo Poli
Einaudi ha recentemente pubblicato un libro di Paolo Poli, curato da Luca Scarlini, intitolato Alfabeto Poli. Proprio dal libro è scaturito un pensiero, apparentemente privo di nesso logico, che permette però di accostare Carmelo Bene a Paolo Poli. Di Ariela Stingi
Paolo Poli, al centro, e la sua compagnia nello spettacolo Aquiloni. Nell’immagine possiamo notare le scenografie e i costumi tutt’altro che sobri e minimalisti. Alla voce Teatro, infatti, troviamo: “[…] del teatro mi piace che non sia realistico ma convenzionale: il cartone dipinto sventolante è il suo emblema. Meglio un fondalino dipinto di qualunque paesaggio delle Alpi. Questa bella polvere, questa benefica aria fetida. E chi mi ha mai visto in montagna? Io adoro l’aria dei paesaggi finti capaci di allargare l’occhio, oltre che i polmoni.”
Paolo Poli nello spettacolo Il Mare del 2010. Poli è stato, come egli stesso scrive, uno tra i primi a recitare tutto uno spettacolo vestito da donna, una scelta stilistica che ha mantenuto in molti dei suoi lavori facendone così un segno distintivo di ogni spettacolo.