Un breve e folgorante ‘manualetto’ di consigli ‘pratici’ per aspiranti poeti di uno dei più grandi artisti del Novecento. Di Donatella Orecchia
“Bisogna mandare in frantumi la fiaba dell’arte apolitica”: così scrive Vladimir Majakovskij nel
1926 in un breve e folgorante ‘manualetto’ di consigli ‘pratici’ per aspiranti poeti.
Oggi, in un clima politico e culturale mutato e che in nulla sembra somigliare a quello della Russia post-rivoluzionaria, quelle pagine restano di un’incredibile attualità: per la forza e la nettezza
con cui richiamano la necessità di un’arte intesa come “arma” per la lotta culturale, per nulla astratta,
per nulla neutrale.
