La riproposta di una pagina dai Quaderni del carcere di Antonio Gramsci costituisce l’occasione per tornare a parlare della necessità, oggi più forte che mai, di frequentare il pensiero critico della moderntà, e del novecento in particolare, nell’ottica di un rinnovamento della cultura e della società. Di Gigi Livio
Con questo nuovo numero dell’Asino vola iniziamo una pratica che ci appare quanto mai necessaria: la riproposta di alcune pagine dei maestri del pensiero che hanno costruito il nostro retroterra culturale. Antonio Gramsci è certamente tra i più importanti intellettuali della modernità: rileggere le sue pagine oggi significa ritrovare e riaffermare la forza del pensiero critico in una temperie culturale, la nostra, in cui l’ubriacatura relativistica postmoderna vorrebbe azzerare ogni tensione autenticamente oppositiva all’ideologia dominante
Se è vero che il postmoderno inizia forse a mostrare i primi segni di cedimento, è altrettanto vero che il “canto del cigno” del vecchio uomo dipende anche dalla nostra capacità di fare ciascuno la propria parte perché ciò possa avvenire davvero.