Scritti molesti sullo spettacolo e la cultura nel tempo dell’emergenza
Lo stato della critica oggi: l’avanguardia. Con un cenno a Cochi e Renato e a Lars von Trier.
La critica attuale, basata per lo più su criteri di gusto non filtrati da solide basi metodologiche, non è più in grado di capire l’avanguardia. Ecco dunque che a questa critica sfuggono fenomeni come quello rappresentato dall’ultima trasmissione televisiva di Cochi e Renato o dall’ultimo film, Il grande capo, di Lars von Trier. Di Gigi Livio È in atto una solo apparente grande confusione della critica; in effetti, i vari recensori, seguendo solo criteri “impressionistici”, e cioè frutto delle loro impressioni, portato tutti avanti, fatte salve le solite eccezioni, un’ideologia conformistica che è l’ideologia delle classi dominanti. Per questo motivo fraintendono tutti quei fenomeni artistici che possono essere ricondotti all’avanguardia che non amano perché permeata da quello spirito “di contraddizione” che la cultura postmoderna ha dichiarato finito. E non possono né comprendere né tantomeno amare quella ribalderia che è sottesa a ogni gesto della vera avanguardia. L’incomprensione di fenomeni interessanti come quello costituito dalla trasmissione televisiva di Cochi e Renato e decisamente grandi sul piano artistico come l’ultimo film di Lars von Trier, Il grande capo, tutti e due riconducibili, ciascuno a suo modo, al mondo dell’avanguardia, affonda le radici nell’ideologia postmoderna, e dunque antimoderna, di tanta critica.