Una lettura critica di Sale, spettacolo realizzato da Eugenio Barba nel 2002 ma ripreso in occasione del quarantennale dell’Odin Teatret. Di Armando Petrini
Il quarantennale della fondazione dell’Odin Teatret, la compagnia teatrale diretta da Eugenio Barba,
è l’occasione per una riflessione sul significato di alcune delle scelte espressive del cosiddetto terzo teatro.
Un teatro volutamente distante dal gioco consapevole della finzione e tutto orientato al contrario verso la ricerca di una naturalezza espressiva che, rinunciando al finto, finisce per consegnarsi appunto al falso.
Particolarmente significativo in questo senso lo spettacolo Sale, recentemente ripreso dall’Odin.

