Note a margine del laboratorio svoltosi a Biella nel
giugno scorso. Di Maria Vittoria Muzzupapa
Alle volte sintesi, silenzio, immobilità si dimostrano molto più efficaci e (tanto più) comunicativi
di qualunque gesto o parola. In un momento in cui dominano chiasso, colori e rumori e ci si ritiene
soddisfatti solo se abbacinati e avvolti da un’iperstimolazione sensoriale, spicca la figura di un
teatrante silenzioso.
Claudio Remondi e Riccardo Caporossi lavorano insieme ed entrambi si distinguono per la grande
sobrietà, sia personale che artistica. Infatti in tutte le forme d’arte in cui Caporossi si esprime, disegni,
recitazione, creazione di scenografie, il filo conduttore è l’essenzialità.
Questa caratteristica non è segno di banalità. Dimostra, al contrario, come l’attenzione possa essere suscitata senza ricorrere a gesti clamorosi; come il silenzio possa indurre alla riflessione; soprattutto come il caos e il disordine in cui viviamo possano portare a un tipo di azione (nel senso etimologico del termine) di segno totalmente opposto. |