Scritti molesti sullo spettacolo e la cultura nel tempo dell’emergenza
Due pagine di Emilio Vedova
‘Vedova ci dimostra che l’artista, servendosi di mezzi puramente pittorici, può levare molto alto il suo grido di allarme per la società del nostro tempo’. A. Tapies, Vedova, in “Papeles de son Armadans”, Palma de Mallorca 1962). Di Maria Pia Petrini
Riproporre nel nostro retroterra due pagine di Emilio Vedova ha, ovviamente, un significato ben preciso: l’artista veneziano ci parla di pittura come lotta, di uomini che hanno necessità di gridare, pur nel deserto, di dichiarazioni d’intenti, di speranze, di verità che vanno prese ‘per la gola’. Questo dovrebbe ancora essere il nostro presente.