Scritti molesti sullo spettacolo e la cultura nel tempo dell’emergenza
Cinema 3D: rivoluzione apparente
Il cinema 3D aderisce in piena regola alla logica dell’ideologia dominante estremizzando, attraverso la terza dimensione, il carattere naturalistico che ormai da tempo domina le scene. Di Valerie Bubbio e Letizia Gatti
Come il cinema delle origini attraeva il pubblico pagante mostrando le “meraviglie” delle prime immagini in movimento, così il 3D oggi attira lo spettatore per mezzo di presunte e spettacolari novità formali. Sebbene infatti la tecnologia sia mutata, la forma – intesa come struttura – non è cambiata: sia le due dimensioni che la rappresentazione tridimensionale riproducono, nel cinema di consumo e intrattenimento, il più verosimilmente possibile il mondo e la naturalezza della vita quotidiana, facendo sembrare consueti i fatti straordinari, per indurre lo spettatore a un’anestetizzante immedesimazione acritica. La tecnologia 3D, in quanto portatrice della stessa ideologia culturale che muove la società dello spettacolo, è dunque una rivoluzione soltanto apparente che distoglie ancora una volta l’ uomo dalla comprensione effettiva e concreta della realtà.